L'anziano
L’INVECCHIAMENTO È UN PROCESSO DI CAMBIAMENTO...
Una metafora molto originale per spiegare l’invecchiamento umano come aumentata complessità morfologica e funzionale è la metafora dell’ albero della vita di Schroots (tratto da “On growing, formative change, and aging in Emergent theories of aging).
Secondo l’autore la vita è come un albero, o più dinamicamente, è come un fiume che scorre, che ha un’origine (la nascita-sorgente), e ha una serie complessa di ramificazioni.
Pur scorrendo in una sola direzione (l’oceano in cui sboccherà, metafora della morte) ha una configurazione spazio-temporale complessa. Quest’ultima è la metafora delle esperienze di vita, dei vissuti complessi e ramificati che l’anziano porta con sé nel corso della vita. Ogni fiume (metafora dell’anziano) ha la sua storia spazio-temporale, cioè le sue ramificazioni che variano da fiume a fiume (cioè da anziano ad anziano), e fanno di ciascun fiume un percorso particolare ed individuale, caratterizzando, così, tipi differenti di fiumi (di anziani).
A partire dalla settima e ottava decade di vita e in maniera più accentuata dopo la nona, si verifica un progressivo e graduale indebolimento di alcune funzioni mentali.
Un esempio è rappresentato dal declino della memoria, disturbo spesso accusato dalle persone anziane, anche in condizioni di normale efficienza funzionale.
L’invecchiamento si accompagna anche ad una riduzione nella velocità di elaborare le informazioni e ad una diminuita efficienza dell’intelligenza fluida (la capacità di risolvere nuovi problemi) risparmiando, invece, l’intelligenza cristallizzata (l’esperienza).
Compaiono infine alcuni cambiamenti nel comportamento quali, ad esempio, l’“irrigidimento” del carattere e l’eccessiva preoccupazione per fatti di relativa poca importanza, espressioni di una diminuita capacità di adattamento all’ambiente.
In sintesi, con l’avanzare dell’età è normale non ricordare un numero di telefono o il nome di una persona nota e non avere più i riflessi pronti come in passato: sebbene questi effetti dell’età possano impensierire, tuttavia essi esprimono un processo naturale e sono compatibili con una vita autonoma e normale.
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Possiamo riscontrare due elementi di forza concreti negli anziani:
1. La plasticità neuronale
2. Il rumore neuronale
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Rita Levi Montalcini spiega che negli anziani vi è una minore attività neuronale, ma c'è una maggiore plasticità: i neuroni che restano compensano quelli mancanti in odo che le varie attività possano rimanere integre.
Noi abbiamo fin da giovani delle attività compensative esperienziali e di apprendimento in modo da equilibrare il nostro sistema cognitivo.
Il rumore neuronale è il rumore che produce la nostra attività cerebrale: noi non lo percepiamo da subito ma, man man che andiamo avanti con gli anni, iniziamo a sentirlo.
Invecchiamo tutti allo stesso modo?
E’ esperienza comune constatare che non tutti invecchiamo allo stesso modo: in alcuni soggetti, infatti, con l’avanzare dell’età compaiono disturbi intellettivi (a carico di linguaggio, memoria, orientamento) e comportamentali di gravità tale da determinare la perdita di autonomia anche negli atti più semplici della vita quotidiana.
In questi casi non si tratta più di invecchiamento normale, ma di malattie del cervello, denominate demenze, che colpiscono il 6 % circa della popolazione mondiale ultrasessantacinquenne (circa 25 milioni di persone).
Nella forma più comune di demenza, la malattia di Alzheimer, si verificano le stesse alterazioni della struttura cerebrale dell’invecchiamento normale (le placche senili e i grovigli neurofibrillari) ma in numero maggiore.
L'invecchiamento è un fenomeno non soltanto biologico bensì anche psicologico.
Quando una persona comincia a guardare indietro al proprio passato con nostalgia sempre più forte e al futuro con ansia e insicurezza, quando il passato appare globalmente sotto una luce positiva mentre il presente e ancor più il futuro si prospettano carichi di ombre inquietanti, allora si può dire che si è entrati nell’ultima parte della vita, nella senescenza.
Volendo fare una descrizione dell’invecchiamento psicologico "tipico", potremmo dire che l’anziano si muove e pensa lentamente, non pensa più in modo creativo perché è ancorato a se stesso e al proprio passato; apprende male e lentamente, anzi a volte non desidera affatto imparare cose nuove e ha in antipatia le innovazioni perché è legato alle proprie convinzioni personali e quindi vive senza aspirazioni, abbandonandosi ai ricordi.
Oltre a non avanzare, l’anziano spesso regredisce, entra in una specie di seconda infanzia, diventando sempre più egocentrico, disposto a ricevere più di quanto dà, irritabile, litigioso, capriccioso come i bambini (la parola rimbambito significa proprio "ridiventato bambino").
Per l’uomo i primi veri segni di invecchiamento psicologico cominciano con il pensionamento. In una società come la nostra l’uomo viene identificato come soggetto produttivo e quindi il pensionamento, cioè la cessazione dell’attività lavorativa e produttiva, viene a togliere all’uomo il suo ruolo, il suo elemento valorizzante, relegandolo così in una posizione marginale della società. Tale emarginazione non è quasi mai ben accetta e comporta così l’inizio di disturbi psicologici di vario tipo.
Per quanto riguarda la donna, già con l’arrivo della menopausa si cominciano a vedere netti segni di invecchiamento psicologico, pur potendoci essere differenze anche grandi a seconda della personalità del soggetto.
Come la pubertà rappresenta per la donna l’inizio della vita sessuale con tutte le implicazioni psicologiche relative, così la menopausa costituisce per la sua immaginazione la fine della vita sessuale intesa come fertilità e a sua volta associata con il rapporto con l’uomo.
La donna, cioè, quando arriva la fine delle mestruazioni, non essendo più fertile, più o meno inconsciamente avverte di aver esaurito un proprio ruolo fondamentale e comincia a sentirsi inutile sia come essere umano sia soprattutto come moglie.
Spesso ne consegue una diminuzione, e a volte la totale scomparsa, del desiderio sessuale e quindi una diminuzione dei rapporti sessuali e anche dei rapporti affettivi. In questo modo si può manifestare una conflittualità sino a quel momento latente, anche perché il marito (di solito ancora in buono stato fisico) vorrebbe invece continuare a vivere come prima il suo momento sessuale con la moglie.
L'anziano può compensare con l'esperienza tutte le sue mancanze. La compensazione viene dalla curiosità e dalla voglia di crearsi nuovi interessi.
Alcuni anziani, i cosiddetti “insopportabili”, sono legati ai ricordi del passato rimanendo ingabbiati nel proprio “guscio” di base esperendo vissuti di tristezza, di angoscia e di abbandono.
È importante, quindi, che l'anziano sviluppi una mentalità “moderna”, aperta verso la vita, mentalità che deve imparare fin da giovane, manifestando interesse e autonomia verso la vita.
Cosa si fa in terapia con un anziano?
L'intervento di psicoterapia cognitivo comportamentale può essere un valido aiuto per affrontare insieme ai familiari e alla persona anziana tutte quelle difficoltà che si possono riscontrare con il processo dell'invecchiamento. Una risposta efficace al fine di trovare possibili soluzioni funzionali ed un miglioramento nella qualità della vita dell'anziano.
Il focus principale in terapia è l'elaborazione del pensiero tipico dell'anziano:
“Mi sento una persona debole e priva di interessi, occupo una posizione sociale emarginata. Ho perso qualsiasi ruolo importante e attendo la morte tra mille ricordi e mille paure. Sono un peso per la società, per la famiglia e per me stesso”.
Si potrebbero inoltre tracciare alcuni particolari profili classici dell’invecchiamento psicologico:
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Costruttività: un uomo dotato di senso dell’umorismo, tollerante, consapevole di se stesso e con una infanzia felice, di solito accetta relativamente bene l’invecchiamento, il pensionamento e la morte, non ha eccessivi rimpianti e soprattutto riesce a guardare al futuro e a conservare la capacità di trovare piacere (nel cibo, nel lavoro, nel bere, nel sesso ecc.).
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Dipendenza: una persona ambiziosa, socialmente passiva, con buona capacità di osservazione, molto ottimista ma non pratica, tendente ad essere dominata dal partner, di solito è contenta di andare in pensione, adora le vacanze ed abbonda in cibo e bere, ma alla fine non è affatto soddisfatta di questo tipo di vita.
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Difesa: una persona con una vita professionale stabile, ben adattata, socialmente attiva, che ha sempre rifiutato aiuti, emotivamente molto controllata, abitudinaria, che agisce solo quando vi è costretta, di solito è molto spaventata dalla vecchiaia e quindi cerca di rimandare il più possibile il pensionamento non vedendone i vantaggi né gli svantaggi.
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Ostilità: una persona lamentosa, sospettosa, aggressiva, spesso con vita professionale instabile, vede solo svantaggi nella vecchiaia, invidia molto i giovani e ha il terrore della morte.
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Rifiuto di se stesso: una persona sprezzante di se stessa, molto critica, con poche ambizioni, socialmente ed economicamente in progressivo declino, con matrimonio spesso infelice e pochi hobbies, che si sente vittima delle circostanze, accetta di buon grado il fatto di invecchiare e non invidia i giovani, anzi spesso è stanco della vita e considera la morte come un sospirato sollievo.
È importante valutare le varie dimensioni:
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sfera cognitiva
legata all'efficacia dell'adattamento dell'anziano all'ambiente attraverso appositi test cognitivi
(linguaggio, memoria, attenzione, orientamento...);
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sfera sociale e familiare
legata ai rapporti e alle modalità di gestione degli stessi con i familiari ed il proprio contesto sociale;
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sfera emotiva ed affettiva
legata alla capacità di utilizzare le esperienze interiori, le emozioni, i sentimenti e gli stati d'animo;
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sfera ambientale e funzionale
legata al contesto in cui l'anziano vive per meglio adattarlo alle sue capacità cognitive, consentendo la messa in atto di sistemi di prevenzione volti a compensare o minimizzare il declino delle abilità cognitive, da cui la messa in sicurezza dello svolgersi della vita quotidiana dell’anziano presso la propria abitazione (sistemazione degli arredi, collocazione degli oggetti, illuminazione, etc).